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Il mio sogno: una comunicazione equa per il mondo dello Sport
pony - 18/11/2007 alle 20:29

Cari Forumisti, come saprete, sono un iscritto abbastanza recente, non ancora molto inserito forse, ma di sicuro affascinato dal mondo che ruota attorno a Cicloweb... Ho un pensiero che mi ronza nella testa da parecchio tempo, troppo: continuo a chiedermi perchè la nostra società sia calciodipendente, lo so se ne è già parlato, ho letto proprio su questo sito pensieri esaustivi e completi, ma non sono ancora convinto... Ancora in questi giorni lo schiaffo: le ragazze della pallavolo che nonostante la conqusta del tetto del mondo, devono accontentarsi di un esiguo spazio sulla prima pagina della gazzetta! ma dove viviamo??? se queste atlete, vincenti, belle, educate, immagine perfetta di uno sport sano, da insegnare nelle scuole, non ricevono uno spazio adeguato da parte dei media, chi lo potrà mai ricevere? la risposta è una sola, ed è estremamente triste: i calciatori, immagine (loro) di uno sport corrotto, violento, dopato quanto tanti altri, mafioso, ignorante, immorale, maleducato e chi più ne ha più ne metta... non è la prima volta che mi cruccio di questo... a gennaio (o febbraio, ma non importa) di uno o due anni fa, ricordo di una splendida vittoria di blardone, se non sbaglio in gigante, che balzava in testa alla classifica di coppa del mondo con una discesa da brivido: ebbene, il giorno dopo, la solita gazzetta quasi se ne dimenticava, privilegiando un titolo (peraltro a caratteri cubitali) di natura calcistica, riguardante qualche futilità... che fare? scrissi a di rosa, che al tempo era il direttore, lamentandomi della dittatura mediatica del suo giornale (il più importante d'italia per lo sport ndr) e, sorpresa, ebbi risposta: il direttore mi invitava a LEGGERE MEGLIO la gazzetta, perchè qualche pagina era dedicata anche allo sci, aggiungendo che il calcio deve avere più spazio per ovvi motivi economci... delusissimo, smisi praticamente di comprare la gazzetta, di cui non ricordo un titolo monotematico non calcistico da quando Marco Pantani (:^o^immenso, mi commuovo tutte le volte che penso a lui) vinse il tour... inutile parlare della situazione attuale, dove il ciclismo (sport cmq "forunato") riceve una foto misera per un bis mondiale di bettini e nemmeno la ferrari che vince il mondiale riceve quanto meritato... che fare? il mio sogno è che qualche illuminato direttore della gazzetta, o di qualche altra testata giornalistica, o della rai, decidesse di dare equi spazi a tutti gli sport... all'epica del ciclismo, ai rimbalzi del basket, ai salti della pallavolo, alla magia dei meeting d'atletica, alla fatica di fondo e maratone, alla velocità e potenza degli sciatori, anche ai palleggi illuminati di qualche calciatore, perchè no? mica sono tutti da buttare anche loro... la risposta più semplice è dire: è impossibile, troppi sponsor attorno al calcio! vero, si, ma è vero anche che l'uomo moderno è super influenzato dalla tv, quindi, se ci venisse mostrato un bel pò di sano rugby, ci interesseremmo anche a quello (sport regale, con valori saldi e atleti veri) e qualcuno ci investirebbe... io non sono un esperto in business, magari sbaglio... però non sbagliano i miei sentimenti, ho diciannove anni, di cui dieci passati a correre in bici (fino a maggio 2007), i miei più bei ricordi sono giri, tour, olimpiadi e coppe del mondo di sci... resto nel mondo dello sport, in tutti i modi possibili, cerco anche di prendere una laurea, chissà che un giorno non mi aiuti a diventare qualcuno e a fare qualcosa per lo sport, qualcosa di concreto... per ora sogno e ringrazio chi ha avuto voglia di prendere conoscenza dei miei pensieri...


pedalando - 18/11/2007 alle 21:49

Carissimo. Hai ragione a dire che su questo forum se ne e' parlato e riparlato. Ma quando si leggono questi pensieri da parte di un diciannovenne fa sempre piacere. Io penso che la Gazzetta (che comunque per il ciclismo fa parecchio) e tutte le maggiori testate giornalistiche stiano ancora vivendo nel vecchio mondo. Quello (benedetto) del "chiudo in conti in attivo e sono contento cosi'". Per questo gli basta tenersi stretti i lettori di calcio. Dovessero anche loro convivere con l'incubo della crescita continua del fatturato (sinceramente spero di no, ma e'solo questione di tempo...) allora cominceremmo a vedere titoloni su altri sport perche' li' si avrebbe la crescita (diciamolo chi compra abitualmente la Gazza lo fa indipendentemente dal titolo...). chiudo con un aneddoto: due anni fa non festeggia per l'italia del calcio mondiale in germania lo feci perche' non mi interessa quello sport e perche' non mi sentivo rappresentato da quegli avari nababbi. Venni accusato di non essere patriota "perche' l'italia campione del mondo va festeggiata". Puoi immaginare cosa feci con la vittoria di Bettini.... :Od:


Kristian - 18/11/2007 alle 21:58

Ottima riflessione,purtroppo la Gazzetta nell'ultimo periodo dà ancora meno spazio agli altri sport,vedi ciclismo,volley,ecc..rispetto a qualche anno fa..Purtroppo il calcio la fa da padrona,lo spazio riservatogli è veramente eccessivo se confrontato agli altri sport.Sicuramente la Gazzetta,se non fosse inserita all'interno del Corriere,in alcune zone d'Italia,tra cui la mia,avrebbe molti meno lettori. C'è da riconoscere comunque che la Gazzetta è la testata che si occupa maggiormente di ciclismo e le notizie che ci sono sono attendibili.


Abajia - 18/11/2007 alle 22:07

Che la Gazzetta dia troppo poco spazio ai cosiddetti "altri sport" ( :OIO :mad: ) è palese. L'ultimo esempio eclatante in questo senso è la paginetta striminzita dedicata alla vittoria dell'Italia della pallavolo femminile nella Coppa del Mondo. Una pagina e basta in tutto il giornale! Ma come si fa, dico io! :doh: ...manco avessimo vinto una coppetta qualunque... :boh:


edo - 18/11/2007 alle 22:24

Caro Pony, parto col dire che mi fa piacere come te che c'è gente che manifesta questo problema che, personalmente, mi crea una rabbia infinita. Purtroppo viviamo in un mondo (o almeno nazione, spero) in cui quello che conta sono ESCLUSIVAMENTE i soldi, almeno nel campo della diffusione di massa. A partire dalla Gazzetta che fa da capofila, si accodano tutti gli altri giornali sportivi, e non parlo solo di carta stampata. Porto l'esempio del telegiornale sportivo-calcistico di Sky, Sportime, nel quale si parla il 90 % di calcio, e del quale, nonostante ne sia appassionato, mandano notizie di cui non me ne potrebbe interessare nulla.:grr: Ora, come dicevi tu, il vero problema è che questo male non infetta solo la stampa, ma tutta la società italiana e, cominciando dal fatto del tifo violento, che è la cosa che più aborro qui in Italia, comanda tutto il sistema e quindi contagia la stampa, che ormai non tratta più lo sport come momento di divertimento collettivo e sportività oltre che sana attività fisica, ma come argomento di gossip o veri e propri processi, su cui poter scrivere pagine e pagine di articoli. A questo punto arrivo alla conclusione che è ormai la visione dello sport distorta nella nostra società, usato come fonte di pubblicità dappertutto. Però c'è gente a cui questo va bene, e finchè va bene a loro, non cambierà niente. Ritrovo la vera filosofia sportiva (e non solo) immergendomi in discussioni in questo forum, sapendo che c'è gente che lo ama come tale, in tutte le sue forme.


antonello64 - 18/11/2007 alle 23:45

argomento trito e ritrito su questo forum. I giornali fanno i loro interessi, così come le televisioni: gli editori non cacciano certo i soldi per fare un servizio alla nazione, ma vogliono il profitto e se questo glielo porta il calcio ben venga il calcio. D'altra parte anche i tifosi degli sport minori non è che abbiano poi questa visione così illuminata (e qui sul forum ne abbiamo avuto la conferma): guardano al loro orticello e basta. Vogliono il maggior spazio possibile per il proprio sport, e gli altri si arrangino.


Paz&Caz - 19/11/2007 alle 12:35

Ho denunciato simili fatti diverso tempo fa. Da quel giorno anche se conta poco sono in sciopero contro la gazza.


edo - 19/11/2007 alle 13:29

Tant'è che della notizia delle azzurre di pallavolo ne ho saputo solo ora!!! :OIO


pony - 19/11/2007 alle 19:12

sull'onda dei pensieri utopici, rilancio! sacondo voi è possibile fondare un nuovo organo di informazione sportiva in italia realmente equo? sia esso un tg piuttosto che un giornale (internet per fortuna è democratico)... visto che quelli esistenti sono quasi impossibili da "redimere" magari un progetto nuovo potrebbe essere migliore... :hippy:


Paz&Caz - 19/11/2007 alle 19:14

Ci ha provato QS e purtroppo è miseramente fallito


rizz23 - 19/11/2007 alle 19:16

[quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] sull'onda dei pensieri utopici, rilancio! sacondo voi è possibile fondare un nuovo organo di informazione sportiva in italia realmente equo? sia esso un tg piuttosto che un giornale (internet per fortuna è democratico)... visto che quelli esistenti sono quasi impossibili da "redimere" magari un progetto nuovo potrebbe essere migliore... :hippy: [/quote] Beh, ho letto di recente che saranno messe all'asta delle frequenze televisive: se qualcuno ci mette le risorse economiche, noi quelle umane ce le abbiamo... Fonderemo CiclowebTV :hippy::hippy::hippy:


Abajia - 19/11/2007 alle 19:43

[quote][i]Originariamente inviato da rizz23 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] sull'onda dei pensieri utopici, rilancio! sacondo voi è possibile fondare un nuovo organo di informazione sportiva in italia realmente equo? sia esso un tg piuttosto che un giornale (internet per fortuna è democratico)... visto che quelli esistenti sono quasi impossibili da "redimere" magari un progetto nuovo potrebbe essere migliore... :hippy: [/quote] Beh, ho letto di recente che saranno messe all'asta delle frequenze televisive: se qualcuno ci mette le risorse economiche, noi quelle umane ce le abbiamo... [b]Fonderemo CiclowebTV[/b] :hippy::hippy::hippy: [/quote] Magari... :yoga: Un canale televisivo interamente dedito al ciclismo? Sarebbe un sogno che si avvera! :D


rizz23 - 19/11/2007 alle 19:52

Già ho in mente una schiera di candidati per il ruolo di Gabriele Paolini della situazione... :Od:


pedalando - 19/11/2007 alle 22:47

[quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] sull'onda dei pensieri utopici, rilancio! sacondo voi è possibile fondare un nuovo organo di informazione sportiva in italia realmente equo? sia esso un tg piuttosto che un giornale (internet per fortuna è democratico)... visto che quelli esistenti sono quasi impossibili da "redimere" magari un progetto nuovo potrebbe essere migliore... :hippy: [/quote] Non so tu cosa intenda ma io trovo soddisfatta la tua stessa esigenza proprio da Cicloweb: la home page che ospita piacevoli articoli e/o servizio sul Ciclismo e questo Forum in cui si riesce ad essere informati su quasi tutti gli sport (almeno tutti quelli che mi interessano). Sempre in questo forum e' possibile leggere opinioni e riporti di notizie che sono ritenute di rilievo dagli iscritti. Insomma per me come il cacio sui maccheroni o, meglio, i pinoli nel pesto :hippy:


Serpa - 20/11/2007 alle 09:12

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Magari... :yoga: Un canale televisivo interamente dedito al ciclismo? Sarebbe un sogno che si avvera! :D [/quote] Eh no, poi te troveremo pure a parlà del torneo di bocce sulla spiaggia nel Borneo del sud, del lancio del tonno in Australia e della tosatura di pecore in Irlanda...la gente mi cambierebbe subito canale... :D


Abajia - 20/11/2007 alle 15:42

[quote][i]Originariamente inviato da Serpa [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Magari... :yoga: Un canale televisivo interamente dedito al ciclismo? Sarebbe un sogno che si avvera! :D [/quote] Eh no, poi te troveremo pure a parlà del torneo di bocce sulla spiaggia nel Borneo del sud, del lancio del tonno in Australia e della tosatura di pecore in Irlanda...la gente mi cambierebbe subito canale... :D [/quote] IHIHIHIHIHIHIHIH!!!!!!!!! :crazy: Lo so, lo so! ...proprio per questo ho specificato "dedito al ciclismo"! :D:D:D


Frank VDB - 20/11/2007 alle 16:36

[quote][i]Originariamente inviato da rizz23 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] sull'onda dei pensieri utopici, rilancio! sacondo voi è possibile fondare un nuovo organo di informazione sportiva in italia realmente equo? sia esso un tg piuttosto che un giornale (internet per fortuna è democratico)... visto che quelli esistenti sono quasi impossibili da "redimere" magari un progetto nuovo potrebbe essere migliore... :hippy: [/quote] Beh, ho letto di recente che saranno messe all'asta delle frequenze televisive: se qualcuno ci mette le risorse economiche, noi quelle umane ce le abbiamo... Fonderemo CiclowebTV :hippy::hippy::hippy: [/quote] Sarebbe tanta roba... però occhio a che non ci sfugga di mano e non succeda come quella volta che si parlava di un ipotetico team professional "Cicloweb" e saltò fuori uno con una frase del tipo: "domattina vedo il signor x (Patron di una grande catena dell'intermediazione immobiliare) e gli chiedo la sponsorizzazione" :pc:


cassius - 20/11/2007 alle 20:57

Ragazzi purtroppo è questo il mondo con cui abbiamo a che fare e ce lo siamo creato noi (e per noi intendo non noi ciclowebbisti, ma 60 milioni di italiani)! Mi spiego: il ciclismo e gli "altri sport" in generale sono poco seguiti. O almeno il rapporto costi-benefici nel seguire gli altri sport non è così alto come nel calcio. Le reti televisive ci provano a trasmettere gli altri sport e si scontrano con l'incultura sportiva degli italiani. Quando vedi che l'ultimo Giro di Lombardia lo ha visto un milione scarso di spettatori,e questa è la media delle grandi classiche e del Tour (stendo un velo pietoso sui dati Auditel di qualsiasi altra gara ciclistica), e il Giro va appena un po' meglio..beh qualche conto se lo fa chi deve decidere i palinsesti e anche chi fa i giornali. Dal canto mio posso dire che ce la metto tutta per fare una "dieta variata", e credo in questo forum di essere in buona compagnia. Ciclismo, atletica, basket, pallavolo, sci, e anche un po' di calcio ogni tanto. Aggiungo una cosa: il calcio non è sempre stato il centro del mondo. I 40-50enni del nostro forum potranno confermarcelo, una volta la Domenica Sportiva dava anche il giusto spazio a tutti gli altri sport. E chi scriveva i giornali, metteva in copertina imprese di ciclisti, atleti, pugili. Evidentemente alla gente interessava di più...oggi quando parlo di ciclismo o di atletica i miei amici sbuffano e mi prendono in giro. Dico loro "Hai visto ieri Baldini è arrivato quarto alla maratona di NY", oppure "La Karbon ha vinto a Soelden" e a nessuno gliene frega una mazza.


antonello64 - 20/11/2007 alle 22:33

[quote][i]Originariamente inviato da cassius [/i] I 40-50enni del nostro forum potranno confermarcelo, una volta la Domenica Sportiva dava anche il giusto spazio a tutti gli altri sport. [/quote] verissimo: metà era dedicata al calcio e metà agli altri sport, tra cui basket, rugby, ciclismo, tennis, atletica, sci... [quote] E chi scriveva i giornali, metteva in copertina imprese di ciclisti, atleti, pugili. [/quote] mah, qua lo spazio dedicato al calcio non mi sembra che sia cambiato granchè: forse una volta gli altri sport avevano un terzo del giornale mentre oggi hanno un quarto, ma nella sostanza è cambiato poco. Probabilmente l'avvento dell'Auditel ha avuto un effetto negativo per gli sport cosiddetti minori. Quando c'era solo la RAI e non venivano rilevati gli indici d'ascolto, davvero si faceva servizio pubblico e lo spazio sportivo veniva diviso in maniera molto più equa rispetto ad oggi: non credo di sbagliare se dico che calcio e ciclismo avevano più o meno le stesse ore di trasmissione nell'arco dell'anno. Poi è cominciata la guerra degli ascolti e chi è rimasto indietro è stato completamente abbandonato.


Abajia - 20/11/2007 alle 22:46

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da cassius [/i] E chi scriveva i giornali, metteva in copertina imprese di ciclisti, atleti, pugili. [/quote] mah, qua lo spazio dedicato al calcio non mi sembra che sia cambiato granchè: forse una volta gli altri sport avevano un terzo del giornale mentre oggi hanno un quarto, ma nella sostanza è cambiato poco.[/quote] No no, ha ragione cassius! Ad esempio, il giorno seguente il 4-1 del Milan sull'Ajax nella finale di Coppa Campioni, la Gazzetta dello Sport in prima pagina celebrava grandemente la seconda vittoria di tappa di Basso nel Giro del '69, mentre al successo dei rossoneri fu dedicato un articolo sulla sinistra della pagina. Evidentemente il ciclismo, in quegli anni, era molto più seguito del calcio.


antonello64 - 20/11/2007 alle 22:54

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] No no, ha ragione cassius! Ad esempio, il giorno seguente il 4-1 del Milan sull'Ajax nella finale di Coppa Campioni, la Gazzetta dello Sport in prima pagina celebrava grandemente la seconda vittoria di tappa di Basso nel Giro del '69, mentre al successo dei rossoneri fu dedicato un articolo sulla sinistra della pagina. [/quote] La Gazzetta anche oggi dà molto spazio al Giro d'Italia e ci mancherebbe altro, visto che è lei che lo organizza [quote] Evidentemente il ciclismo, in quegli anni, era molto più seguito del calcio. [/quote] ma per favore...


pony - 20/11/2007 alle 22:58

Beh, di sicuro con i direttori che si stanno alternando adesso il ciclismo (e tutto ciò che non è calcio) non può far altro che tremare... se chi dirige il maggior giornale di sport viene dalle riviste scandalistiche... beh, forse c'è da rimpiangere cannavò e di rosa...


Abajia - 20/11/2007 alle 23:05

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] No no, ha ragione cassius! Ad esempio, il giorno seguente il 4-1 del Milan sull'Ajax nella finale di Coppa Campioni, la Gazzetta dello Sport in prima pagina celebrava grandemente la seconda vittoria di tappa di Basso nel Giro del '69, mentre al successo dei rossoneri fu dedicato un articolo sulla sinistra della pagina. [/quote] La Gazzetta anche oggi dà molto spazio al Giro d'Italia e ci mancherebbe altro, visto che è lei che lo organizza[/quote] Stai forse dicendo che è ovvio si dia maggior spazio ad una tappa del Giro (peraltro pianeggiante...niente di spettacolare, insomma) piuttosto che ad una finale di Coppa dei Campioni??? :? [quote] Evidentemente il ciclismo, in quegli anni, era molto più seguito del calcio.[/quote] [quote]ma per favore...[/quote] Se questo non dimostra la maggior importanza del ciclismo in quegli anni, non so cosa possa provarlo... :boh:


antonello64 - 21/11/2007 alle 05:49

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Se questo non dimostra la maggior importanza del ciclismo in quegli anni, non so cosa possa provarlo... :boh: [/quote] prova a chiedere a chi in quegli anni seguiva lo sport direttamente e vedi cosa ti risponde.


antonello64 - 21/11/2007 alle 07:56

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Ad esempio, il giorno seguente il 4-1 del Milan sull'Ajax nella finale di Coppa Campioni, la Gazzetta dello Sport in prima pagina celebrava grandemente la seconda vittoria di tappa di Basso nel Giro del '69, mentre al successo dei rossoneri fu dedicato un articolo sulla sinistra della pagina. Evidentemente il ciclismo, in quegli anni, era molto più seguito del calcio. [/quote] a proposito, sai quante pagine dedicate al Giro aveva quel giornale lì? tre (3): meno di quelle che gli dedicano oggi.


Abajia - 21/11/2007 alle 14:45

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Ad esempio, il giorno seguente il 4-1 del Milan sull'Ajax nella finale di Coppa Campioni, la Gazzetta dello Sport in prima pagina celebrava grandemente la seconda vittoria di tappa di Basso nel Giro del '69, mentre al successo dei rossoneri fu dedicato un articolo sulla sinistra della pagina. Evidentemente il ciclismo, in quegli anni, era molto più seguito del calcio. [/quote] a proposito, sai quante pagine dedicate al Giro aveva quel giornale lì? tre (3): meno di quelle che gli dedicano oggi. [/quote] Bisogna vedere qual è il totale delle pagine che andavano a comporre la Gazzetta di quegli anni, però. Un conto è 3 pagine su 40, un altro par di maniche è 3 su 20.


Frank VDB - 21/11/2007 alle 15:06

[quote][i]Originariamente inviato da cassius [/i] Mi spiego: il ciclismo e gli "altri sport" in generale sono poco seguiti. O almeno il rapporto costi-benefici nel seguire gli altri sport non è così alto come nel calcio. Le reti televisive ci provano a trasmettere gli altri sport e si scontrano con l'incultura sportiva degli italiani. Quando vedi che l'ultimo Giro di Lombardia lo ha visto un milione scarso di spettatori,e questa è la media delle grandi classiche e del Tour (stendo un velo pietoso sui dati Auditel di qualsiasi altra gara ciclistica), e il Giro va appena un po' meglio..beh qualche conto se lo fa chi deve decidere i palinsesti e anche chi fa i giornali. [/quote] Ragazzi ne abbiamo parlato centinaia di volte ma ci tengo a rimarcarlo ancora una volta: con un opportuno battage pubblicitario siamo riusciti a fare 5 milioni di spettatori per Luna Rossa in piena notte, o ascolti stratosferici per altri sport minori. Altro che incultura sportiva degli italiani: gli italiani guardano quello che gli dai, non è vero il contrario. Poi, il punto non sono i bassi ascolti del ciclismo, quanto piuttosto il fatto che chi produce il ciclismo o gli sport minori in tv non li promuove abbastanza: spendere migliaia di euro (squadre in esterna, due elicotteri, moto, cabine regia, ponti, camion) per produrre il Lombardia e non pubblicizzarlo - dando per giunta solo 18 km - è un tipico esempio di inefficienza i cui responsabili andrebbero licenziati. Ma poi vengo su cicloweb e mi devo sentire dire che mi devo accontentare... Poi l'altro fattore che conta è che i grandi potentati economici stanno tutti con calcio e formula1, per cui alimentano un circuito che promuova solo questi due sport. All'estero va meglio per due motivi: 1. vi sono casi in cui i grandi brand stanno anche su altri sport: rugby in Francia e Inghilterra; ciclismo in Belgio e Olanda; sci in Svizzera e Austria... per cui si evitano più facilmente i monopoli mono-sportivi. 2. non esiste paese al mondo in cui la commistione potere economico-potere politico-informazione sia così alta come in Italia. Per cui se i campioni dell'economia nazionale puntano tutto sul calcio, per esempio, tutto il sistema è piegato ai loro voleri: la gestione della sicurezza, la giustizia sportiva, e pure gli spazi informativi. Anche per questo servirebbe una sana e seria legge di regolamentazione del mercato radiotelevisivo nel nostro paese. Ma si sa, appena si parla di tv e stampa in Italia si cade subito sul politico schietto, per cui ci teniamo quello che abbiamo.


elisamorbidona - 21/11/2007 alle 16:07

[quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] Beh, di sicuro con i direttori che si stanno alternando adesso il ciclismo (e tutto ciò che non è calcio) non può far altro che tremare... se chi dirige il maggior giornale di sport viene dalle riviste scandalistiche... beh, forse c'è da rimpiangere cannavò e di rosa... [/quote] :clap: [quote][i] originariamente inviato da Frank VDB [/i] (...) con un opportuno battage pubblicitario siamo riusciti a fare 5 milioni di spettatori per Luna Rossa in piena notte, o ascolti stratosferici per altri sport minori (...)[/quote] :clap: sono d'accordo che alla base del fenomeno della evidente sproporzione nel proporre gli eventi sportivi sui media ci siano precise scelte economiche dei maggiori investitori che agiscono nel nostro singolare sistema politico, che definirei una "repubblica mediacratica".:hammer: Propongo un tentativo di spiegazione di ciò che sta alla base di questi investimenti. Soprattutto, perchè sul ciclismo, che negli anni del dopoguerra era fortissimo (ma per ragioni sociali, la bici diventata principale mezzo di locomozione, l'umiltà dello sport in sè, ecc..ecc..), non si è scelto di investire come su calcio e poi Formula 1, visto che aveva una così larga diffusione e un tale bacino d'utenza, dunque la sua convenienza ce l'aveva eccome? Secondo me ci sono precise considerazioni sociali alla base di ciò. Pensate al tipico appassionato di ciclismo: spesso va anche in bici per conto suo. Più si appassiona e più sarà tentato di andare anche lui a ripercorrere le strade dei suoi beniamini, come in tutti gli sport accade. Però l'appassionato di ciclismo non può scendere alla palestra sotto casa, un'oretta di sera, per praticare con piena soddisfazione il suo sport preferito. Deve aspettare di avere una giornata libera, o almeno mezza, dunque cercherà di trovarsi un lavoro che gli lasci del tempo durante le ore di luce, non alla sera. E' chiaro che, tendenzialmente, se si lavora tutti i giorni fino alla sera poi si va più facilmente in qualche bel centro commerciale, o ci si chiude in casa e si accende la tv... Praticare il ciclismo, poi, richiede molto più tempo che per qualunque altro sport, (un'ora di bici non "soddisfa" come un'ora di calcetto) e porta la persona sempre più spesso lontano dalla propria poltrona, dove invece è ben raggiungibile dai messaggi pubblicitari. Infine il ciclista diventa pian piano molto più attento a ciò che mangia, dunque si allontana dal prototipo del consumatore ideale, che trangugia tutto ciò che gli capita a tiro possibilmente senza accorgersene e senza stare a sottilizzare sul gusto... altri sport richiedono meno attenzione alla linea, anzi... In più, se comincia pure a viaggiare con la bici, presto sarà un esperto dell'arte di arrangiarsi e di "far durare" le cose il più possibile, con poca spesa e in totale autonomia, il peggior soggetto per la nostra civiltà dell' usa-e-getta! Io dico che all'origine della scelta di investire su certi sport ci sono considerazioni dei questo genere, e poi, a posteriori, si dà la "colpa" all'Auditel:bll::(

 

[Modificato il 21/11/2007 alle 16:11 by elisamorbidona]


Frank VDB - 21/11/2007 alle 16:21

Epperò Elisa... interessanti e originali le tue riflessioni su quella che potremmo definire una "controcultura ciclistica" temuta dai detentori del business... Ivan Illich, "Elogio della bicicletta". E' un libro che forse leggeresti volentieri...


pony - 21/11/2007 alle 16:32

beh, di sicuro lo stile di vita legato alla passione per la bici è "anti-business", chissà... è affascinante pensare di far parte di un mondo talmente (potenzialmente) potente da essere volutamente oscurato... però non vorrei esagerare, o rischio di finire in quelle assurde teorie sui complotti...:D:D:D


Admin - 21/11/2007 alle 17:12

Elisa, mi hai aperto un mondo con le tue intuizioni! Se non sapessimo che gli esperti del marketing fanno proprio simili studi per selezionare i loro target, potremmo considerare trascurabili queste deduzioni che invece hanno pienamente diritto di cittadinanza. Proprio vero, facciamoci un esame di coscienza: siamo dei buoni fruitori di pubblicità? Forse no... E ciò davvero può spiegare molte cose! (Ringrazio anche Frank per aver ricordato Ivan Illich, a mio parere uno dei più illuminati pensatori del '900: "Elogio della bicicletta" è davvero un libro che apre la mente, anche se ritengo - e non solo io - che Illich abbia toccato il vertice della sua opera con "Descolarizzare la società": un genio, nel vero senso della parola).


mont ventoux - 21/11/2007 alle 17:36

Perdonatemi tutti, ma quando anche in un forum di appassionati che conoscono sicuramente il radicamento e la diffusione della pratica sportiva del ciclismo, leggo che il ciclismo rientrerebbe tra "gli sport minori" mi viene davvero da arrabbiarmi. Ma scusate, dal momento che in Italia c'è uno sport che predomina nettamente, il calcio, automaticamente tutti gli altri sport non contano nulla? Se il ciclismo è uno sport minore, il baseball, il pattinaggio, il tiro con l'arco, il canottaggio, o l'hockey o decine di altre discipline che sono? Il ciclismo sta nel gruppo di 4 o 5 sport che più interessano gli italiani dopo il calcio, non prendiamoci in giro per favore. Se poi dovessimo considerare anche la storia, sarebbe nettamente davanti anche alla Formula 1, che in Italia gode di grande popolarità perchè siamo l'unico paese che ha un'istituzione motoristica (la Ferrari) che viene trattata come se fosse la nazionale di calcio quando gioca i mondiali. Per non parlare delle moto, fenomeno estemporaneo e che prima dell'avvento di Rossi e di Biaggi non andava neanche in televisione. Poi ci sono ragioni che l'intervento di Elisa ha in parte individuato, praticare questo sport va contro, per mentalità e materiali circostanze del suo svolgimento, quello che è il modello che i media vogliono vendere, quello del "tutto, subito e facilmente", il sogno falso venduto da quelle insopportabili e noiosissime pubblicità di telefonini e ricariche, trasmessi a ciclo continuo, o dalle auto da 20 o 30 mila euro in un'Italia sempre più proletrizzata. Ma questa peculiarità di noi ciclisti, o degli appassionati in genere, va valorizzata e salvaguardata, perchè è una grande ricchezza caratterizzante, un marchio di fabbrica, non va considerata un masso da portare sulle spalle e del quale liberarsi. Sennò il ciclismo diventa uno sport come tanti altri.

 

[Modificato il 21/11/2007 alle 18:55 by mont ventoux]


elisamorbidona - 21/11/2007 alle 18:19

:cincin: grazie a chi ha manifestato il suo apprezzamento. Naturalmente la stima è reciproca anche se non intervengo a quotare...se mi sono iscritta a questo forum è perchè in generale mi riconosco in quello che vi si scrive ;) non è che voglio additare chissà quale complotto, eh, chi investe un sacco di soldi è normale che faccia i suoi conti, però è un pochino irritante che poi vengano sbandierati i dati Auditel, invertendo il rapporto causa-effetto, per gli scarsi ascolti del ciclismo o di altri sport. Riguardo all'importanza culturale e etica (tra tante altre cose da recuperare) del ciclismo naturalmente sono d'accordo con montventoux! dei libri di Illich non sapevo, li leggerò appena possibile :drink:


antonello64 - 21/11/2007 alle 20:42

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Altro che incultura sportiva degli italiani: gli italiani guardano quello che gli dai, non è vero il contrario.[/quote] ne abbiamo parlato già tante volte: ci sono una miriade di esempi che testimoniano il contrario. Esempi che troviamo praticamente in tutti gli sport.


antonello64 - 21/11/2007 alle 21:11

[quote][i]Originariamente inviato da elisamorbidona [/i] Soprattutto, perchè sul ciclismo, che negli anni del dopoguerra era fortissimo (ma per ragioni sociali, la bici diventata principale mezzo di locomozione, l'umiltà dello sport in sè, ecc..ecc..), non si è scelto di investire come su calcio e poi Formula 1, visto che aveva una così larga diffusione e un tale bacino d'utenza, dunque la sua convenienza ce l'aveva eccome? [/quote] forse perchè questa convenienza e questo interesse, a partire dagli anni 60, non ce l'ha avuto più. Tutti gli sport hanno avuto un periodo d'oro, legato principalmente alla presenza di grandi campioni: poi, passato quello, sono rientrati nei ranghi. L'unica eccezione è il calcio. [quote] Praticare il ciclismo, poi, richiede molto più tempo che per qualunque altro sport, (un'ora di bici non "soddisfa" come un'ora di calcetto) e porta la persona sempre più spesso lontano dalla propria poltrona, dove invece è ben raggiungibile dai messaggi pubblicitari. [/quote] insomma... Se uno ha la fortuna di avere gli impianti sportivi sotto casa, è così; altrimenti ti portano via molto più tempo del ciclismo. [quote] Infine il ciclista diventa pian piano molto più attento a ciò che mangia, dunque si allontana dal prototipo del consumatore ideale, che trangugia tutto ciò che gli capita a tiro possibilmente senza accorgersene e senza stare a sottilizzare sul gusto... altri sport richiedono meno attenzione alla linea, anzi...[/quote] chi fa lo sport in maniera seria all'alimentazione ci guarda eccome, indipendentemente dalla disciplina. Chi va a farsi una partita di tennis a settimana, o una di calcetto, come chi si fa una passegiata in bici alla domenica, se ne frega. [quote]In più, se comincia pure a viaggiare con la bici, presto sarà un esperto dell'arte di arrangiarsi e di "far durare" le cose il più possibile, con poca spesa e in totale autonomia, il peggior soggetto per la nostra civiltà dell' usa-e-getta! [/quote] oddio, ho conosciuto persone che cambiano bici praticamente ogni anno, che vogliono sempre avere i componenti ultimo modello, che spendono fior di milioni (lire) per alleggerire la bici di 2-300 grammi. Così come conosco gente che usa lo stesso paio di sci o la stessa racchetta da vent'anni. Non facciamo di ogni erba un fascio. [quote] Io dico che all'origine della scelta di investire su certi sport ci sono considerazioni dei questo genere, e poi, a posteriori, si dà la "colpa" all'Auditel:bll::( [/quote] teoria sui generis, e come tale da apprezzare: però la storia ci dice che chi fa alti ascolti trova soldi ed investitori con facilità.


elisamorbidona - 21/11/2007 alle 21:51

non è che volevo avere ragione a tutti i costi, enunciando le prove sperimentali della mia teoria. Era solo un modo di spiegare quello che è accaduto nel sistema mediatico rispetto allo sport. A me pare convincente, visto che, invece, sono assolutamente convinta che i dati Auditel sul ciclismo non sono che l'effetto a lungo termine dei maggiori investimenti fatti altrove. A parte che se mettiamo su un piatto della bilancia la differenza tra la pubblicità data ad avvenimenti sportivi calcistici con quella per il ciclismo e sull'altro la differenza tra i rispettivi dati Auditel, mi sa che a volerci investire su il ciclismo è ancora competitivo... :yes: Detto questo, non mi sembra che il ciclismo dopo gli anni 60 non abbia più espresso campioni in grado di entusiasmare la gente o le corse siano cambiate, cominciando a fare percorsi scontati e prevedibili. Il discorso del tempo, naturalmente, deve essere fatto a parità di opportunità, perchè allora anche chi vive a Milano spesso è costretto a farsi una trasferta in macchina per portarsi in un luogo dove può andare in bici in maniera sportivamente soddisfacente e leggermente meno pericolosa. Mi pare che un campetto di calcio lo trovi dappertutto, le grandi salite un pò meno... e poi l'esempio era per dire che a differenza di quasi tutti gli altri sport, un'oretta in bici, purtroppo, è solo un ripiego, quasi quasi non basta neanche a chi la fa per allenarsi. Certo che ci sono quelli che spendono decine di migliaia di euro l'anno, ma nell'esempio si parlava di cicloviaggiatori... gente che la bici la espone ad ogni genere di "infortuni", dalle intemperie ai furti alle strade dissestate (perciò non gli conviene girare con bici nuove...), non ai semi-professionisti da 25.000 km. l'anno che se piove, si fanno un'ora di rulli. Per l'alimentazione infatti non si parlava del professionista (a parte che quanto a sovrappeso nel campionato di serie A più di qualche esempio ce lo abbiamo - a me stanno simpatici..-), ma del praticante "della domenica", quello che poi è significativo per le indagini di mercato. Prendiamo un campione di cicloamatori e uno di giocatori di calcetto o di tennis da tre-quattro giorni di allenamento la settimana e poi facciamo la media delle rispettive percentuali di massa grassa... :( neanche io ho dei dati certi e inconfutabili, eh. Sono solo impressioni, per me raggiungono la soglia dell'essere convincenti.


desmoblu - 21/11/2007 alle 21:57

Comunque, leggendo la proposta di un "canale" dedicato allo sport, si nota subito la deriva "da orticello": le risposte sono state "si! che bello un canale tutto sul ciclismo!" e "ma se vuoi una cosa del genere c'è già Cicloweb". In realtà la proposta era ben diversa: dare spazio e visibilità in modo equo a tutti gli sport, non solo al calcio ma nemmeno solo al ciclismo. La nostra realtà purtroppo è questa.


rizz23 - 21/11/2007 alle 22:05

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Comunque, leggendo la proposta di un "canale" dedicato allo sport, si nota subito la deriva "da orticello": le risposte sono state "si! che bello un canale tutto sul ciclismo!" e "ma se vuoi una cosa del genere c'è già Cicloweb". In realtà la proposta era ben diversa: dare spazio e visibilità in modo equo a tutti gli sport, non solo al calcio ma nemmeno solo al ciclismo. La nostra realtà purtroppo è questa. [/quote] Mah, mi sebri fuori strada... 'sta deriva da orticello io non l'ho vista; secondo me devi ragionare al netto, togliere la tara del fatto che si discute su un forum di ciclismo e che quindi è normale che, quando qualcuno porta a galla il tema dello strapotere mediatico del calcio, il primo pensiero sia per la rivalutazione mediatica del ciclismo. Per il resto, la proposta su CiclowebTV era solo una boutade (a meno che non si trovi un forumista multimilionario disposto a finanziare... :D) e sottoscrivo le parole di chi ha detto che è un argomento un po' ritrito, quello della sferocentricità dei media, che non si può che constatare...


antonello64 - 21/11/2007 alle 23:24

[quote][i]Originariamente inviato da elisamorbidona [/i] i dati Auditel sul ciclismo non sono che l'effetto a lungo termine dei maggiori investimenti fatti altrove. [/quote] l'Auditel va e viene a seconda del periodo e dei protagonisti. Quando esplose Pantani, nel 1994, gli investimenti erano gli stessi dell'anno precedente eppure gli ascolti si impennarono. [quote] A parte che se mettiamo su un piatto della bilancia la differenza tra la pubblicità data ad avvenimenti sportivi calcistici con quella per il ciclismo e sull'altro la differenza tra i rispettivi dati Auditel, mi sa che a volerci investire su il ciclismo è ancora competitivo... :yes:[/quote] guarda, di avvenimenti sportivi strapubblicizzati che hanno fatto flop, ce ne sono a bizzeffe (tennis, sci, pallanuoto, pattinaggio...) [quote] Detto questo, non mi sembra che il ciclismo dopo gli anni 60 non abbia più espresso campioni in grado di entusiasmare la gente o le corse siano cambiate, cominciando a fare percorsi scontati e prevedibili. [/quote] protagonisti al livello di Coppi, Bartali e Magni non li abbiamo più avuti [quote]Il discorso del tempo, naturalmente, deve essere fatto a parità di opportunità, perchè allora anche chi vive a Milano spesso è costretto a farsi una trasferta in macchina per portarsi in un luogo dove può andare in bici in maniera sportivamente soddisfacente e leggermente meno pericolosa. [/quote] appunto. Bisogna vedere caso per caso: non esistono regole universali. [quote]Mi pare che un campetto di calcio lo trovi dappertutto, le grandi salite un pò meno... [/quote] ho i miei dubbi che un campo di calcio si trovi dappertutto: oggi è dificile anche trovare un prato che non sia pieno zeppo di erbacce e di rifiuti. Riguardo al ciclismo, chi l'ha detto che bisogna per forza fare le salite? [quote]e poi l'esempio era per dire che a differenza di quasi tutti gli altri sport, un'oretta in bici, purtroppo, è solo un ripiego, quasi quasi non basta neanche a chi la fa per allenarsi. [/quote] ti potrei dire che anche per chi gioca in terza categoria, un'ora di calcetto è solo un palliativo. I paragoni però facciamoli tra categorie compatibili: è chiaro se paragono un cicloamatore al tennista della domenica, allora non c'è storia. [quote] Certo che ci sono quelli che spendono decine di migliaia di euro l'anno, ma nell'esempio si parlava di cicloviaggiatori... gente che la bici la espone ad ogni genere di "infortuni", dalle intemperie ai furti alle strade dissestate (perciò non gli conviene girare con bici nuove...), non ai semi-professionisti da 25.000 km. l'anno che se piove, si fanno un'ora di rulli. [/quote] qui mi ripeto. Valutiamo caso per caso e non in base a regole universali. [quote] Per l'alimentazione infatti non si parlava del professionista (a parte che quanto a sovrappeso nel campionato di serie A più di qualche esempio ce lo abbiamo - a me stanno simpatici..-), ma del praticante "della domenica", quello che poi è significativo per le indagini di mercato. Prendiamo un campione di cicloamatori e uno di giocatori di calcetto o di tennis da tre-quattro giorni di allenamento la settimana e poi facciamo la media delle rispettive percentuali di massa grassa... :( neanche io ho dei dati certi e inconfutabili, eh. Sono solo impressioni, per me raggiungono la soglia dell'essere convincenti. [/quote] ma che c'entra la massa grassa? E' chiaro che sport di contatto richiedono un fisico diverso rispetto alla corsa o al ciclismo, così come lo richiedono sport che usano tutti e quattro gli arti rispetto a quelli che ne usano solo due. Ma non per questo si può dire che curino meno l'alimentazione. Ad esempio nel tennis il peso è un ingombro non indifferente negli spostamenti: contemporaneamente però non puoi pretendere di giocare in un determinato modo se non hai gambe e braccia forti ed esplosive. Curare l'alimentazione è quindi fondamentale per trovare il giusto compromesso: curare l'alimentazione, però non vuol dire dimagrire e basta.


antonello64 - 21/11/2007 alle 23:29

[quote][i]Originariamente inviato da rizz23 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Comunque, leggendo la proposta di un "canale" dedicato allo sport, si nota subito la deriva "da orticello": le risposte sono state "si! che bello un canale tutto sul ciclismo!" e "ma se vuoi una cosa del genere c'è già Cicloweb". In realtà la proposta era ben diversa: dare spazio e visibilità in modo equo a tutti gli sport, non solo al calcio ma nemmeno solo al ciclismo. La nostra realtà purtroppo è questa. [/quote] Mah, mi sebri fuori strada... 'sta deriva da orticello io non l'ho vista; secondo me devi ragionare al netto, togliere la tara del fatto che si discute su un forum di ciclismo e che quindi è normale che, quando qualcuno porta a galla il tema dello strapotere mediatico del calcio, il primo pensiero sia per la rivalutazione mediatica del ciclismo.[/quote] appunto: si guarda al proprio orticello e basta. Ci si lamenta che il calcio oscuri il ciclismo, ma poi ci si comporta allo stesso modo nei confronti di sport meno importanti del ciclismo. Vedi ad esempio le lamentele perchè la partita di pallanuoto femminile aveva ritardato la trasmissione del Giro dell'Emilia.


elisamorbidona - 22/11/2007 alle 00:10

Ma scusa...la partita di pallanuoto era già trasmessa su RaiSportSat nello stesso frattempo, solo con due minuti di differita! A me sarebbe andata bene anche una mezzoretta di Giro dell'Emilia su RaiSport, purchè fosse all'ora giusta e non 45' dopo, visto che ho riorganizzato il pomeriggio per quello e poi avevo un impegno..così è logico che poi i dati Auditel calano. Il Giro dell'Emilia è una gara di livello internazionale con i migliori atleti in circolazione, che preparano il Giro di Lombardia. Percorso tra i più spettacolari, arrivo sul San Luca (scusate, lo so che lo sapete tutti). Come importanza in sè dell'evento mi sembra maggiore di quella di una partita della prima giornata del campionato italiano di pallanuoto femminile. Per rimanere in tema, una comunicazione sportiva equa e civile dovrebbe trasmettere gli eventi in base all'importanza della gara, mica si vogliono oscurare i mondiali di calcio o il campionato di serie A, però ci sono anche i tornei dello Slam, la coppa del mondo di sci...e infine anche il Pro Tour di ciclismo.


antonello64 - 22/11/2007 alle 00:27

[quote][i]Originariamente inviato da elisamorbidona [/i] Ma scusa...la partita di pallanuoto era già trasmessa su RaiSportSat nello stesso frattempo, solo con due minuti di differita! A me sarebbe andata bene anche una mezzoretta di Giro dell'Emilia su RaiSport, purchè fosse all'ora giusta e non 45' dopo, visto che ho riorganizzato il pomeriggio per quello e poi avevo un impegno..così è logico che poi i dati Auditel calano. Il Giro dell'Emilia è una gara di livello internazionale con i migliori atleti in circolazione, che preparano il Giro di Lombardia. Percorso tra i più spettacolari, arrivo sul San Luca (scusate, lo so che lo sapete tutti). Come importanza in sè dell'evento mi sembra maggiore di quella di una partita della prima giornata del campionato italiano di pallanuoto femminile. Per rimanere in tema, una comunicazione sportiva equa e civile dovrebbe trasmettere gli eventi in base all'importanza della gara, mica si vogliono oscurare i mondiali di calcio o il campionato di serie A, però ci sono anche i tornei dello Slam, la coppa del mondo di sci...e infine anche il Pro Tour di ciclismo. [/quote] anche a me sarebbe piaciuto veder da subito il Giro dell'Emilia: la pallanuoto non mi interessa proprio, anche se una volta ho conosciuto uno dei pezzi da 90 di questo sport. Però se cominciamo a dire che la scelta si deve basare in sull'importanza della manifestazione, allora come facciamo a lamentarci del calcio? Oltretutto il pallone non toglie certo spazio televisivo al ciclismo, visto che gli orari sono diversi. E poi come la misuriamo l'importanza di un avvenimento? con i dati di ascolto? con lo spazio riscontrato nei media o preso i tifosi? Se facciamo valutazioni oggettive, il calcio ci surclasserà sempre e comunque e ci sarà poco da lamentarsi. Se valutiamo il tutto in modo più paritario, allora la pallanuoto femminile ha gli stessi diritti del ciclismo. In altra parte del forum ho postato una tabella dalla quale si evince che il ciclismo è di gran lunga lo sport che ha più ore di trasmissione in tv dopo il calcio. Siamo proprio sicuri che il tifoso di ciclismo voglia un trattamento più equo per tutti gli sport (nel qual caso significherebbe dividere questo spazio anche con gli sport più piccoli), piuttosto che un miglior trattamento per il proprio sport e basta?


pony - 22/11/2007 alle 08:06

Infatti, in quella che è la mia Utopia di comunicazione sportiva la pallanuoto femminile vale quanto il ciclismo! ed il ciclismo femminile vale quanto quello maschile... il criterio di scelta? l'importanza della competizione: se è mondiale ha la priorità, semplice... esempio: il setterosa vince il campionato del mondo e l'inter vince una partita di serie A? prima pagina per la pallanuoto, almeno tre quarti pagina, poi il resto fra cui il calcio... Una comunicazione sportiva equa farebbe bene anche alle finanze dello sport femminile, a mio avviso importante quanto quello dell'altro sesso... Caro Antonello 64, le tue idee mi sembrano quantomeno pessimistiche, non che "calciocentristiche", se a te non interessa della pallanuoto femminile, magari per altri è la passione di una vita, e va rispettata... ecco l'esempio, almeno televisivo, di comunicazione equa è quello dl periodo olimpico, almeno televisivamente, dove tutti hanno Veramente lo stesso spazio e la stessa importanza, con canali interamente dedicati.:yes:


Frank VDB - 22/11/2007 alle 09:56

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] l'Auditel va e viene a seconda del periodo e dei protagonisti. Quando esplose Pantani, nel 1994, gli investimenti erano gli stessi dell'anno precedente eppure gli ascolti si impennarono. [/quote] Notare che gli investimenti sul ciclismo erano alti: mediaset comprò il Giro nel 93 e lo promosse davvero tanto... cominciavano gli spot un mese prima. E come risposta la Rai propose in quegli anni lunghe dirette del Tour e lo speciale serale che erano anni che non lo faceva. [quote] guarda, di avvenimenti sportivi strapubblicizzati che hanno fatto flop, ce ne sono a bizzeffe (tennis, sci, pallanuoto, pattinaggio...) [/quote] vero, ma forse non è stato per una campagna sbagliata? Per esempio. I pattinatori alle Olimpiadi di Torino fanno milioni di ascolti perchè vengono trainati dai giochi nel loro complesso. Quando hanno riproposto il pattinaggio ha fatto flop perchè non si sono resi conto che non bastava quell'assurdità di Ballando con le stelle in versione ghiaccio... [quote] protagonisti al livello di Coppi, Bartali e Magni non li abbiamo più avuti [/quote] O non sono stati più "costruiti" (nel senso buono) perchè nell'Italia del rampantismo, del successo, e dell'immagine era meglio proporre qualcosa di diverso da un gruppo di pazzi ringobbiti sui pedali, affaticati e con la faccia sporca? Molto meglio promuovere un figaccione come Tomba nell'Italia che misurava il suo benessere su quanto andavi a sciare, per esempio. O i campioni sudamericani del calcio che pur di venire nell'Eldorado Italia lasciavano le belle spiagge brasiliane...


antonello64 - 22/11/2007 alle 10:45

[quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] Caro Antonello 64, le tue idee mi sembrano quantomeno pessimistiche, non che "calciocentristiche", se a te non interessa della pallanuoto femminile, magari per altri è la passione di una vita, e va rispettata... ecco l'esempio, almeno televisivo, di comunicazione equa è quello dl periodo olimpico, almeno televisivamente, dove tutti hanno Veramente lo stesso spazio e la stessa importanza, con canali interamente dedicati.:yes: [/quote] leggi bene quello che ho scritto: io ho detto che se tutti gli sport sono uguali la pallanuoto femminile vale il ciclismo, ed il mondiale di tamburello vale Wimbledon o il Tour de France. Questo se partiamo dal presupposto dell'uguaglianza assoluta. Ma tu sei sicuro che il tifoso di ciclismo voglia questo? Io non credo, e sul forum ci sono parecchi esempi in questo senso in questo senso. Mi sarebbe piaciuto vedere le reazioni se la RAI invece del Giro di Lombardia avesse trasmesso le World Series di baseball, che è pur sempre un evento di livello mondiale ma che in Italia interessa veramente a pochi.


pony - 22/11/2007 alle 11:10

So bene quello che dico, ed il mondiale di tamburello dovrebbe valere quanto quello di ciclismo... ripeto, come alle olimpiadi... essendo la mia un'utopia, in un giornale avrebbero uguali pagine, in un palinsesto televisivo di tipo "olimpico", magari con più canali, si riuscirebbero a vedere tutti e due... restando nei binari utopici, i media attuali non dovrebbero "farci stare tutto dentro", bensì ampliarsi (ridimensionando il calcio) e dare a tutti lo stesso spazio, in modo da soddisfare tutti i tifosi e dare un'informazione pluralistica ed equa... ragazzi un mondiale è sempre un mondiale, di qualunque sport si tratti, mi verrà risposto che bisogna accontentare i tifosi numericamente più numerosi, ma partendo da una base di equità mediatica i tifosi si dovrebbero distribuire più o meno equamente... e cmq bada bene al titolo del 3d : il mio SOGNO...:hippy:

 

[Modificato il 22/11/2007 alle 11:14 by pony]


antonello64 - 22/11/2007 alle 11:11

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Notare che gli investimenti sul ciclismo erano alti: mediaset comprò il Giro nel 93 e lo promosse davvero tanto... cominciavano gli spot un mese prima. E come risposta la Rai propose in quegli anni lunghe dirette del Tour e lo speciale serale che erano anni che non lo faceva. [/quote] è vero: però nel 1993 gli ascolti furono più o meno gli stessi degli anni precedenti, quando il Giro era alla RAI. Poi nel 1994 esplose Pantani e gli ascolti si impennarono. [quote] vero, ma forse non è stato per una campagna sbagliata? Per esempio. I pattinatori alle Olimpiadi di Torino fanno milioni di ascolti perchè vengono trainati dai giochi nel loro complesso. Quando hanno riproposto il pattinaggio ha fatto flop perchè non si sono resi conto che non bastava quell'assurdità di Ballando con le stelle in versione ghiaccio...[/quote] sei già il secondo forumista che cade in questo qui pro quo. Io non mi riferivo a Ballando con le stelle, ma proprio alla Coppa del Mondo di pattinaggio. Un mese dopo le Olimpiadi di Torino la RAI, forte degli ascolti record che Fabris aveva fatto (7 milioni mi pare) nelle sue gare vittoriose, ha pensato bene di trasmettere la Coppa del Mondo di pattinaggio in prima serata (con Fabris in gara) con battage pubblicitario adeguato e forte richiamo alle medaglie olimpiche. Risultato: l'hanno guardata i pochi intimi che di solito guardano il pattinaggio. [quote] O non sono stati più "costruiti" (nel senso buono) perchè nell'Italia del rampantismo, del successo, e dell'immagine era meglio proporre qualcosa di diverso da un gruppo di pazzi ringobbiti sui pedali, affaticati e con la faccia sporca? Molto meglio promuovere un figaccione come Tomba nell'Italia che misurava il suo benessere su quanto andavi a sciare, per esempio. O i campioni sudamericani del calcio che pur di venire nell'Eldorado Italia lasciavano le belle spiagge brasiliane... [/quote] Beh, per costruirli ci sarebbero voluti atleti capaci di giocarsi tra loro il Tour de France, ridicolizzando il resto della compagnia. E' vero che i tempi sono cambiati e la bicicletta oggi non è più un mezzo di trasporto, però se venissero fuori un paio di corridori italiani capaci di dare un quarto d'ora a tutti al Tour de France, penso che il ciclismo odierno si avvicinerebbe tantissimo all'epoca d'oro degli anni 50. Talvolta provo a pensare a cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stato Indurain nei primi anni 90, con Bugno e Chiappucci a giocarsi il Tour e a bastonare di brutto il resto della compagnia: probabilmente in Italia non si sarebbe parlato d'altro, nonostante la rivalità Bugno-Chiappucci non sia mai stata una vera rivalità come ad esempio poteva essere quella Moser-Saronni. Altra nota dolente: la scomparsa delle squadre nazionali al Tour de France. Secondo me non ci sono dubbi: questa rinuncia ha portato benefici a chi investe nel ciclismo, ma ha ridotto di molto l'interesse tra i tifosi. Gli anni 50 sono stati l'epoca d'oro anche perchè al Tour andavano le squadre nazionali.


antonello64 - 22/11/2007 alle 11:14

[quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] So bene quello che dico, ed il mondiale di tamburello dovrebbe valere quanto quello di ciclismo... ripeto come alle olimpiadi... essendo la mia un'utopia, in un giornale avrebbero uguali pagine, in un palinsesto televisivo di tipo "olimpico", magari con più canali, si riuscirebbe a vedere tutti e due... restando nei binari utopici, i media attuali non dovrebbero "farci stare tutto dentro", bensì ampliarsi (ridimensionando il calcio) e dare a tutti lo stesso spazio... bada bene al titolo del 3d : il mio SOGNO...:hippy: [/quote] ma io infatto non ho discusso il tuo sogno: ho semplicemente fatto notare che gran parte di coloro che si lamentano dello strapotere del calcio, poi applicano gli stessi sistemi quando uno sport minore invade il territorio del ciclismo. Tutto qui.


pony - 22/11/2007 alle 11:16

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pony [/i] So bene quello che dico, ed il mondiale di tamburello dovrebbe valere quanto quello di ciclismo... ripeto come alle olimpiadi... essendo la mia un'utopia, in un giornale avrebbero uguali pagine, in un palinsesto televisivo di tipo "olimpico", magari con più canali, si riuscirebbe a vedere tutti e due... restando nei binari utopici, i media attuali non dovrebbero "farci stare tutto dentro", bensì ampliarsi (ridimensionando il calcio) e dare a tutti lo stesso spazio... bada bene al titolo del 3d : il mio SOGNO...:hippy: [/quote] ma io infatto non ho discusso il tuo sogno: ho semplicemente fatto notare che gran parte di coloro che si lamentano dello strapotere del calcio, poi applicano gli stessi sistemi quando uno sport minore invade il territorio del ciclismo. Tutto qui. [/quote] capisco benissimo e, senza nessun intento polemico, puntualizzo: con una comunicazione equa i problemi di sovrapposizione degli eventi - lotta per gli spazi, non ci sarebbero:hippy::flag:


elisamorbidona - 22/11/2007 alle 12:28

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] O non sono stati più "costruiti" (nel senso buono) perchè nell'Italia del rampantismo, del successo, e dell'immagine era meglio proporre qualcosa di diverso da un gruppo di pazzi ringobbiti sui pedali, affaticati e con la faccia sporca? Molto meglio promuovere un figaccione come Tomba nell'Italia che misurava il suo benessere su quanto andavi a sciare, per esempio. O i campioni sudamericani del calcio che pur di venire nell'Eldorado Italia lasciavano le belle spiagge brasiliane... [/quote] :IoI:yes: l'uguaglianza tra gli sport di misura, naturalmente, a parità di importanza dell'avvenimeto relativamente allo sport in questione, (e io aggiungo tenendo in considerazione anche la tradizione dell'avvenimento stesso) come spiega anche pony...le competizioni internazionali hanno più importanza di quelle di livello nazionale, per quello che si faceva l'esempio del Giro dell'Emilia (vincitore:Frank Schleck, tra i partecipanti il campione del mondo e il leader del ProTour) rispetto al campionato italiano di pallanuoto ( che poi era trasmesso in contemporanea su due canali sportivi, oscurando il resto) Per quanto riguarda i campioni che entusiasmano stravincendo... quest'anno il dominio dei corridori italiani nelle grandi classiche è stato pressochè assoluto, ma non mi pare che alla cosa sia stata data una grande pubblicità (chi lo sa che Ballan ha vinto Fiandre e Amburgo, Di Luca la Liegi, Rebellin la Freccia, Bertagnolli San Sebastian, Petacchi la Parigi-Tours e Cunego il Lombardia?- ci sarebbe da entusiasmarsi eccome, ma la gente non lo sa neanche!) infatti poi il Lombardia lo trasmettono per 35' più le interviste..


mont ventoux - 22/11/2007 alle 13:27

[quote][i]Originariamente inviato da elisamorbidona [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] O non sono stati più "costruiti" (nel senso buono) perchè nell'Italia del rampantismo, del successo, e dell'immagine era meglio proporre qualcosa di diverso da un gruppo di pazzi ringobbiti sui pedali, affaticati e con la faccia sporca? Molto meglio promuovere un figaccione come Tomba nell'Italia che misurava il suo benessere su quanto andavi a sciare, per esempio. O i campioni sudamericani del calcio che pur di venire nell'Eldorado Italia lasciavano le belle spiagge brasiliane... [/quote] :IoI:yes: l'uguaglianza tra gli sport di misura, naturalmente, a parità di importanza dell'avvenimeto relativamente allo sport in questione, (e io aggiungo tenendo in considerazione anche la tradizione dell'avvenimento stesso) come spiega anche pony...le competizioni internazionali hanno più importanza di quelle di livello nazionale, per quello che si faceva l'esempio del Giro dell'Emilia (vincitore:Frank Schleck, tra i partecipanti il campione del mondo e il leader del ProTour) rispetto al campionato italiano di pallanuoto ( che poi era trasmesso in contemporanea su due canali sportivi, oscurando il resto) Per quanto riguarda i campioni che entusiasmano stravincendo... quest'anno il dominio dei corridori italiani nelle grandi classiche è stato pressochè assoluto, ma non mi pare che alla cosa sia stata data una grande pubblicità (chi lo sa che Ballan ha vinto Fiandre e Amburgo, Di Luca la Liegi, Rebellin la Freccia, Bertagnolli San Sebastian, Petacchi la Parigi-Tours e Cunego il Lombardia?- ci sarebbe da entusiasmarsi eccome, ma la gente non lo sa neanche!) infatti poi il Lombardia lo trasmettono per 35' più le interviste.. [/quote] Qui la questione è semplice, le corse in linea interessano da sempre solo gli appassionati, mentre sono il Giro e il Tour che avvicinano un pubblico più grosso, che può diventare molto grosso se ci sono campioni popolari che sono di per sè un richiamo. Bettini ha dovuto vincere 2 campionati del mondo per conquistarsi una fama comunque relativa, ma si può stare certi che se fosse stato belga o francese ne avrebero fatto un eroe nazionale, mentre in Italia sul grosso pubblico può fare presa solo il corridore da grandi gare a tappe. Chiappucci ha goduto in Italia di una popolarità davvero considerevole, con un sacco di presenze in trasmissioni nazional-popolari nel corso degli anni, anzi, è forse il ciclista italiano con il miglior rapporto vittorie(poche)-popolarità, perchè appassionava moltissimo il pubblico con il suo modo di corree e i suoi continui piazamenti di alto livello, perchè grazie a lui l'Italia si è ricordata dopo 20 anni che la corsa che ti consacra al mondo si corre in Francia nel mese di luglio, e in Italia dopo Gimondi se ne erano dimenticati. Chiappucci gode ancora adesso di una popolarità maggiore di quella di Bugno, che pure ha vinto molto di più, per non parlare di altri grandi della sua epoca come Argentin e Fondrist, che erano corridori da gare in linea. Pantani era seguitissimo pure prima del 1998, poi è diventato un fenomeno, ma il grosso pubblico lo seguiva al Giro e al Tour, non seguiva Bartoli che vinceva il Fiandre o la Liegi. Dice bene Antonello che ci vogliono le nazionali al Tour de France, nel mese di luglio il ciclismo godrebbe di una botta di popolarità pazzesca, con la corsa più bella e le nazionali per 3 settimane, senza la concorrenza del calcio che è fermo in estate. Uno sport serio si occuperebbe di questo tipo di cose e di prospettive, non di codici etici o idee astruse sul doping tipo la liberalizzazione, ci vogliono controlli seri e radiazione immediata. Basta, finito, che non si parli di doping più di quanto se ne parla nelle altre discipline. Se Nibali e Riccò manterranno le promesse comunque, sono 2 potenziali campioni per gare a tappe e anche con un bel carattere entrambi, possono essere un ottimo traino per questo sport ai massimi livelli. In ogni caso la salute del ciclismo non si misura solo dagli ascolti televisivi che sono determinati appunto dai casi che ho descritto e quindi dai periodi, ma soprattutto dal numero dal numero dei tesserati e dei praticanti che è in ascesa costante.

 

[Modificato il 22/11/2007 alle 14:00 by mont ventoux]


Monsieur 40% - 22/11/2007 alle 14:13

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [...]però se venissero fuori un paio di corridori italiani capaci di dare un quarto d'ora a tutti al Tour de France, penso che il ciclismo odierno si avvicinerebbe tantissimo all'epoca d'oro degli anni 50.[/quote] Gli ultimi due son stati gabbati dal CONI. Coincidenza? Colpa dei ciclisti? Può darsi, ma che il CONI abbia segato gli ultimi due (uno vero, l'altro potenziale) vincitori italiani del Tour de France è un dato assolutamente di fatto. Discorso che rimanda inevitabilmente ai piani alti, visto che si tratta del CONI, non della FCI.


antonello64 - 22/11/2007 alle 14:56

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Gli ultimi due son stati gabbati dal CONI. Coincidenza? Colpa dei ciclisti? Può darsi, ma che il CONI abbia segato gli ultimi due (uno vero, l'altro potenziale) vincitori italiani del Tour de France è un dato assolutamente di fatto. Discorso che rimanda inevitabilmente ai piani alti, visto che si tratta del CONI, non della FCI. [/quote] anche se avessero continuato a correre, si sono trovati in periodi differenti: sarebbe mancata quella rivalità che è il sale dello sport, e quindi non avrebbero mai potuto raggiungere i vertici dell'interesse toccati da Coppi-Bartali. E' vero anche che rivalità del genere sono rare in assoluto, e se ne trovano in pochissimi casi in tutta la storia dello sport: perchè è vero che l'impresa agonistica fa audience, ma un impresa condita da una bella polemica (sportiva) ne fa il doppio.


elisamorbidona - 24/11/2007 alle 08:31

[quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] In ogni caso la salute del ciclismo non si misura solo dagli ascolti televisivi che sono determinati appunto dai casi che ho descritto e quindi dai periodi, ma soprattutto dal numero dal numero dei tesserati e dei praticanti che è in ascesa costante. [/quote] però se al posto del Tour de France mi trasmettono la diretta integrale della Maratona dles Dolomites o di qualsiasi altra GF, non è che mi diverto di più...:Old: e poi secondo me anche il boom di queste gare è avvenuto guarda caso sul traino delle imprese di un omino con la bandana, prima erano più che altro dei raduni (e secondo me oggi hanno perso buona parte del loro fascino originario).

 

[Modificato il 24/11/2007 alle 08:35 by elisamorbidona]


mont ventoux - 24/11/2007 alle 10:18

[quote][i]Originariamente inviato da elisamorbidona [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] In ogni caso la salute del ciclismo non si misura solo dagli ascolti televisivi che sono determinati appunto dai casi che ho descritto e quindi dai periodi, ma soprattutto dal numero dal numero dei tesserati e dei praticanti che è in ascesa costante. [/quote] però se al posto del Tour de France mi trasmettono la diretta integrale della Maratona dles Dolomites o di qualsiasi altra GF, non è che mi diverto di più...:Old: e poi secondo me anche il boom di queste gare è avvenuto guarda caso sul traino delle imprese di un omino con la bandana, prima erano più che altro dei raduni (e secondo me oggi hanno perso buona parte del loro fascino originario). [/quote] Sicuramente la lunga diretta prevista per la Maratona delle Dolomiti alla Rai conviene farla economicamente, molto probabilmente il Veneto e la provincia di Belluno tirano fuori molti quattrini per vedersi garantita una copertura televisiva di varie ore sulle emittenti nazionali, per ragioni di promozione turistica. E Rai3 di mattina presto può garantire tale copertura perchè non ha altri obblighi televisivi. Sul fatto che ci sia un vasto calendario di corse e di appuntamenti agonistici per i ciclisti che corrono in bici per passione, comprese queste mega Granfondo, tipo Maratona, 9 Colli, o Campagnolo, di per sè è un fatto positivissimo, dimostra che c'è richiesta di corse perchè il movimento ciclistico cresce sempre di più, smentendo le "cornacchie" che parlano di crisi. Poi ogni corridore si regola come vuole nel suo calendario di gare: io ad esempio, con i soldi che mi servirebbero per la trasferta (sto dall'altro capo dell'Italia) e l'iscrizione alla Maratona delle Dolomiti mi pago la partecipazione a un sacco di gare e mediofondo vicino casa mia, e per il momento non ci penso nemmeno nè alla Dolomiti nè alla 9 Colli. Limitatamente a queste mega granfondo, con costi d'iscrizione altissimi, hai ragione a parlare di business eccessivo, anche perchè il numero enorme dei partecipanti, impone lo schieramento in griglia, e questo incide sullo svolgimento di queste gare, alle quali poi, ma è un altro discorso, prendono parte corridori che potrebbero benissimo fare i professionisti, molti lo sono stati davvero e quindi ci sono sostanzialmente 2 gare, e questo non è giusto, perchè al limite bisognerebbe fare 2 classifiche separate. Resta il fatto che in pochi giorni queste mega granfondo registrano 15000 richieste d'iscrizione, vuol dire che piacciono e che molta gente può spendere tra una cosa e l'altra per parteciparvi l'equivalente di una bella coppia di ruote.


elisamorbidona - 25/11/2007 alle 08:52

caro mont ventoux, riprendo la "polemica" più che altro per puro gusto dialettico, giusto per precisare meglio il mio precedente post. Non volevo aprire una discussione sulle modalità organizzative delle gran fondo, ci vorrebbe un 3d apposito, visto che di pro e contro da discutere ce ne sarebbero molti, ad esempio io ci vedo alcune forzature (tipo quella che hai evidenziato tu sul "professionismo" di fatto di un buon 10-15% dei partecipanti) che alla lunga tendono a danneggiare il movimento, modificando, a volte snaturando, il tipo di attività che dovrebbe svolgere uno sportivo di livello amatoriale. Nel mio post precedente non volevo stigmatizzare la scelta della Rai di trasmettere la Maratona dles Dolomites la domenica mattina, con quei meravigliosi panorami... volevo rispondere alla tua precedente affermazione sul fatto che la "salute" del ciclismo non si misura dagli ascolti televisivi, ma dal numero dei praticanti in ascesa, cosa che, dico io, si evince quasi esclusivamente dal numero di iscrizioni registrato nelle gran fondo (tuttavia in questi ultimi due-tre anni, dopo il boom di fine anni '90- 2004-2005 è in leggera discesa, sarà un segnale?). Beh, io rispondevo che però se all'appassionato togli (o riduci di molto) la possibilità di vedere in tv le corse (tipo il Tour) che attende per mesi, di cui si studia i percorsi pregustando le possibli strategie, possono pure esserci milioni di partecipanti alle GF, ma a quel punto l'appassionato di ciclismo se ne andrà al mare con la famiglia, piuttosto che seguire in tv lo svolgimento di tali manifestazioni, con buona pace degli sponsor che là dirottano i propri investimenti. Dunque la "buona salute" del movimento, intendendo con ciò anche le possibilità di sviluppo economico che si intravedono nel settore, dipende molto dalla popolarità del movimento stesso, ovvero dalla sua visibilità anche presso chi praticante e esperto non è. Oggi se chiedi ad un ragazzo di 14 anni il nome di un ciclista famoso, forse ti dice ancora Pantani - e qui, magra consolazione, forse Torri si rode :D:D:D -, mentre conosce anche i panchinari della Reggina, perchè gioca al fantacalcio...:( Non mi sembra che questo sia un segno di buona salute e floride prospettive di sviluppo del movimento, anche se il papà dello stesso bambino tutte le domeniche è fuori casa per una gran fondo. Anzi, magari quel papà comincia a stargli un pò antipatico, con tutte le sue fissazioni sulla dieta le torte della mamma sono diventate un evento raro:(:(, per non parlare delle gite: :mad: ma cosa ci troverà la mamma nella perseverante contemplazione di uno striscione con scritto "arrivo"..:?:?:?. Non so se a vedere il livello di stress raggiunto dal papà (che lotta come un disperato per arrivare nei primi 100 o 200) il bambino poi si appassionerà al ciclismo. Magari invece è più facile che si appassioni quello che vede tornare il papà soddisfatto e sereno da un bel giro fatto in posti dove ha avuto il tutto tempo di fermarsi a scattare qualche foto, mentre lui :( se ne stava chiuso in una grigia aula a scuola...

 

[Modificato il 25/11/2007 alle 08:56 by elisamorbidona]


mont ventoux - 25/11/2007 alle 09:57

Beh insomma, questo è soggettivismo da parte tua. Io credo che il movimento creato da una disciplina sportiva vada valutato tutto nel suo complesso, dai professionisti alle corse o alle granfondo amatoriali. Il grossissimo numero di praticanti di questi disciplina, sta tra gli amatori, che si dividono tra agonisti e non, non tra i professionisti, che sono, come è giusto che sia, solo una piccolissima parte. Le bici da corsa e tutto il materiale tecnico che fa vivere le aziende ciclistiche, lo comprano i ciclisti normali, non Bettini. Poi, soggettivamente appunto, ognuno vive la sua passione come vuole. Il pubblico televisivo è composto per buona parte da ciclisti, da gente competente della tecnica ciclistica, questo non è nè un bene nè un male, il ciclismo non è uno sport facile da seguire in Tv, aldilà del fatto che ci siano in gruppo Pantani o Coppi. E per quanto mi riguarda, credo che per essere commentato con autorevolezza e anche conosciuto bene, vada conosciuto prima di tutto dal sellino della propria bici. Nè credo che bisogna "forzare" un appassionato: io preferirò sempre andare ad allenarmi o magari correre una gara piuttosto che vedere una corsa in Tv, che al limite me la posso registrare. Non credo in questo maniera di rendere un peggior servizio a questo sport di quanto possa fare se rimanessi a "dormire" per ore a guardare la Tv.


elisamorbidona - 25/11/2007 alle 13:49

riconosco di aver usato il termine "appassionata di ciclismo" in una accezione che va bene per me, ma in cui tu probabilmente non ti riconosci, per cui giustamente mi tacci di "soggettivismo": OK. Però non riesco ad essere ottimista nel vedere i grandi numeri degli iscritti alle gran fondo, meglio sarebbe avere il giusto spazio in tv per le corse ciclistiche di grande tradizione, senza togliere spazio ad altri sport, e dando la precedenza agli eventi di maggiore importanza di ciascuna disciplina. I bambini e ragazzi di oggi potrebbero essere i ciclisti appassionati e/o praticanti di domani: io vedo che quasi nessuno di loro ti sa snocciolare i nomi di cinque ciclisti ancora in attività, e loro, naturalmente, sono cresciuti con l'equazione bici= doping. Anche mio padre andava in bici, mi ricordo la sua espressione soddisfatta e felice quando rientrava a casa dopo i suoi lunghi giri. Mi parlava delle strade fatte, delle salite e delle discese, poi mi mostrava le foto e per me aveva più fascino di Marco Polo. Se mi sono appassionata al ciclismo è per quel profumo di libertà e pace che questo sport mi trasmetteva attraverso di lui. Poi ho cominciato a guardare con lui le corse in tv, immaginandomi sulle strade che vedevo, e infine piano piano ho cominciato ad andarci anche io. Oggi ho l'impressione che il modo di andare in bici che aveva mio padre lo conservino in pochi, e questo temo che invece che affascinare i ragazzi, li allontani... Sentono dovunque parlare di ciclismo e doping, poi vedono il papà che si allena la sera anche col buio, a fine stagione è "logoro"e ha bisogno di "ricaricarsi", inutile farsi raccontare le strade della gara,visto che difficilmente riesce a vederle...


mont ventoux - 25/11/2007 alle 17:56

Elisa, intendiamoci innanzitutto, io non ti taccio assolutamente, tu hai espresso legittimamente il tuo modo di vivere il ciclismo che è diverso dal mio, ma per il resto sono d'accordo con diverse cose che hai detto. Io mi sono limitato a dire che praticare questo sport mi riempie la vita, che correre in bici e prendere parte alle corse, mi dà delle emozioni che solo pochissime volte posso provare guardando una corsa in Tv, e che questo tipo di soddisfazione che dà la pratica di uno sport interpretato si per passione ma con grande impegno e costanza mi accomuna a tante persone. Questo movimento di appassionati è imponente, c'è esasperazione perchè ogni anno che passa si va sempre più forte, però nessuno obbliga nessuno a fare l'agonista, c'è anche a chi non piace, perchè vive questo sport in maniera più vicina alla tua, e gli va bene lo stesso pedalare senza assilli. Ma tutta questa massa di ciclisti è parte fondamentale per misurare la salute di questo sport, indipendentemente dal fatto che segua i risultati dei professionisti. Lo spazio del ciclismo in Tv invece, è secondo me proporzionale al suo seguito, come per tutti gli altri sport. Al limite si può discutere della qualità delle trasmissioni, ma sulla quantità, e limitatamente alla Rai, c'è poco da lamentarsi per un appassionato di ciclismo. In verità credo che la Rai trasmetta parecchie corse perchè evidentemente il ciclismo ha un buon seguito e in Italia è tra gli sport preferiti, nonostante tutti i problemi degli ultimi anni. E in ogni caso, come ho già detto, uno spazio sicuramente maggiore il ciclismo lo troverà se uscirà in Italia qualche campione in grado di giocarsi Giro e Tour con regolarità ma sapendo anche trascinare il pubblico, se non c'è il personaggio che "tira" c'è poco da dire. Tutti gli sport individuali, o che non si chiamano F1 e non hanno la Ferrari e Montezemolo dalla loro parte, devono fare i conti con la legge del personaggio carismatico, quindi la risposta alla tua domanda sulla poca popolarità dei professionisti se la può dare benissimo chiunque segua questo sport. Senza considerare che un sacco dei migliori atleti sono stati coinvolti in vicende di doping, quasi sempre a ragione, intendiamoci. A parte questo, la mancanza assoluta di fuoriclasse a livello internazionale, e mi riferisco alle gare a tappe, fa il resto. Non vedo un Hinault o un Indurain in giro, insomma. Ma si tratta del caso, magari tra 5 anni ci sarà un giro un altro Coppi o un altro Merckx, il problema non è questo. L'unico problema davvero grave del ciclismo, che ne ha condizionato l'immagine pesantemente negli ultimi Giri e Tour, e di conseguenza anche dei suoi protagonisti, è appunto il problema del doping. Finchè sarà sfasciato ogni anno da tutte le note vicende, puoi star certa che ci sarà poco da fare discorsi sugli ascolti televisivi, sulla Rai, o sulla popolarità dei ciclisti. Io penso che ci sia gente onesta e no, come in tutti gli altri settori. Poichè non mi piace essere preso in giro, nè da Rijs da una parte nè da alcune menti falsamente illuminate dall'altra, io sono per le massime pene, considerando rispettivamente le diverse responsabilità di atleti, medici e dirigenti sportivi. Sicuramente, se il doping lo si combatte davvero, come vorrebbero alcuni, con le "mani nude", o raccontando "parabole" e barzellette o magari considerando Kasheckin una vittima dei tribunali del popolo questo sport continuerà a far ridere.