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affaticamento scarso recupero
gici - 02/06/2007 alle 16:46

Ciao a tutti: Volevo domandarvi se vi è mai capitato che la frequenza card. non vi salga? e sintomo di stanchezza ?, e se sì con quanti giorni di recupero si puo riprendere l'attività? Ho 47 anni durante l'ultima uscita non m saliva la freq. (si fermava a 160 bpm anche dopo 1 ora di salita tosta . C'è da considerareche nei giorni precedenti avevo fatto parecchi chilometri anche con salite impegnative e prima dell'ultima uscita ero stato a riposo tre giorni .Non pensavo mi potessere succedere una cosa simile Nei gioni seguenti mi è venuta una stanchezza che mi ha fatto stare fermo(anche adesso sono in riposo)


stress - 02/06/2007 alle 17:13

Sovrallenamento. Riposo assoluto per recuperare energie (diciamo almeno 10 giorni). Poi riinizia con uscite non lunghe e possibilmente tutta pianura (massimo 3 per settimana) al fondo lento. In pratica devi ricominciare, senza fretta, tutto daccapo.


gici - 02/06/2007 alle 17:33

ti ringrazio. Hai ragione e proprio sovrallenamento.... e che dire ogni tanto ci ricasco.. avevo iniziato con 8 anni di pratica di MTB e non ero mai incorso in questa sindrome ...poi ho iniziato con quella da corsa e ... eccomi quà. Di sicuro lo sbaglio lo faccio io perche quando esco sono sempre insieme a gente che và più forte di me ... e anche io che ho un carattere esuberante mi spremo fino all'osso. dammi qualche consiglio, ti ringrazio


stress - 02/06/2007 alle 17:40

Stacca, fermati, riposati, e ricarica le batterie. Poi dopo 15/20 giorni, piano piano e senza fretta, riparti da capo con fondo lento. L'anno ciclistico ricomincia daccapo e ricorda che il recupero è importante tanto quanto lo è l'allenamento. :)

 

[Modificato il 02/06/2007 alle 17:43 by stress]


gici - 02/06/2007 alle 18:06

grazie!!


cikki - 02/06/2007 alle 19:18

se posso....sei in sovrallenamento, cio'e'chiaro. non ha molto senso staccare del tutto. cio 'che puoi fare e'riposo attivo. una uscita tosta e magari 1-2 uscite di scarico.veramente quasi a passeggiare. in agilita', senza forzare. e'il recupero attivo. questo fa si che , pur mantenendo la consueta gestualita', recuperi sul piano fisico, e/o psicologico. se tiri forte, il fondo lo hai gia'. e'inutile smettere e ricominciare col fondo. anzi deleterio. quando arrivi a picchi di forma, non rimane che cercare di mantenersi. il riposo attivo e'fondamentale .


gici - 02/06/2007 alle 20:11

si condivido ..anche perchè stare fermo mi abbatterebbe psicologicamente. però devo stere molto attento perchè non è la prima volta che mi trovo in questa situazione.. e poi ci ricasco,e il tutto da quando ho inziato con la bici da corsa. cercare di capire qual'è il limite mi è veramente difficile. Adesso ho sempre le gambe legnose e sono fermo da 9 giorni!!


stress - 02/06/2007 alle 22:28

Il superallenamento Il superallenamento può essere definito come “uno squilibrio tra allenamenti, competizioni e tempi di recupero”, ossia un eccesso di allenamenti e di gare associato a tempi di recupero insufficienti. Il termine “superallenamento” è tuttora discusso e alcuni lo ritengono improprio, in quanto indicherebbe che la causa del calo prestativo debba essere ricercata esclusivamente nella eccessiva quantità dei carichi allenanti. In realtà, si è potuto osservare che le cause dello scarso rendimento sono molteplici e non correlate esclusivamente a errori nella pianificazione degli allenamenti. Tra esse, ricordiamo un numero di competizioni eccessive e/o troppo ravvicinate, un tenore di vita irregolare e dispendioso, esagerate tensioni derivanti dalla vita familiare, dallo studio o dal lavoro, alterazioni dello stato di salute e così via. Sarebbe comunque meglio dire che tali fattori sociali, scolastici, lavorativi, economici, nutrizionali e, non di meno, la monotonia degli allenamenti, rivestono il ruolo, sia pur importante, di concause o forse di eventi scatenanti, mentre invece il fattore determinante principale sembra rappresentato proprio dall’organizzazione degli allenamenti e delle competizioni. Prima di analizzare meglio la tematica del sovrallenamento, riteniamo utile richiamare alcuni concetti riguardanti l’allenamento, i carichi di lavoro utilizzati e la fatica. Conclusioni Volendo riassumere quanto abbiamo detto, la sindrome da “overtraining” può essere considerata come quella condizione nella quale la “somma degli effetti biologici negativi provocati da allenamenti troppo intensi e/o gare ravvicinate si traduce in una incompleta rigenerazione funzionale di tutti i sistemi cellulari”. La comparsa della sindrome può essere precipitata, accelerata o aggravata dalla concomitante presenza di fattori esterni, quali errori nutrizionali, infezioni, traumi, stress psichici, ecc. L’elemento centrale della sindrome è naturalmente la riduzione della “performance”, che dovrebbe essere quantificata attraverso il ricorso a test funzionali più o meno complessi e precisi (determinazione del massimo consumo di ossigeno, della massima produzione di lattato, ecc.), ma che spesso appare chiara già dalla semplice analisi dei risultati ottenuti nelle gare o dal comportamento dell’atleta. Per facilitare la diagnosi sono stati proposti e utilizzati numerosi indicatori biochimico-umorali (vedi riquadro qui a sinistra). Tuttavia, la sensazione generale che si ricava leggendo i numerosissimi lavori in letteratura e la nostra opinione personale è che nessuno di questi indicatori da solo è in grado di consentire una diagnosi di certezza, e per tale motivo, fino a dimostrazione contraria, essa deve scaturire da un’analisi complessiva dello stato psicofisico dell’atleta e da una corretta interpretazione di tutti i parametri funzionali ed ematochimici disponibili. I maggiori problemi, nella sindrome da sovrallenamento, si hanno sul piano preventivo e terapeutico. Attualmente, l’unica strategia di prevenzione sicuramente efficace appare la corretta gestione dei carichi allenanti e degli eventi agonistici unita, laddove possibile, all’eliminazione di eventuali fattori esterni o di patologie intercorrenti in grado di agire come concause, tenendo conto che, una volta instauratasi una condizione di sovrallenamento, [b] l’unica terapia possibile consiste in un periodo di riposo prolungato, del quale è facile prevedere l’inizio e molto più difficile stabilirne la fine. [/b] Fonte La Bicicletta Online Se non è la prima volta che ti capita il problema è proprio nella sbagliata metodologia di allenamento con scarsi o addirittura nulli periodi di riposo (sia attivo che passivo) con conseguente MANCATO recupero fisico. Ripeto di nuovo che per ripartire bisogna ricaricare per bene le batterie psicofisiche e questo si fa con il riposo. Un consiglio, fai tutte le analisi di routine del sangue e delle urine e in particolare controlla Ferro e CPK (Creatinfosfochinasi). Buon riposo e non avere fretta.

 

[Modificato il 02/06/2007 alle 22:45 by stress]


cikki - 03/06/2007 alle 06:31

[quote][i]Originariamente inviato da gici [/i] si condivido ..anche perchè stare fermo mi abbatterebbe psicologicamente. però devo stere molto attento perchè non è la prima volta che mi trovo in questa situazione.. e poi ci ricasco,e il tutto da quando ho inziato con la bici da corsa. cercare di capire qual'è il limite mi è veramente difficile. Adesso ho sempre le gambe legnose e sono fermo da 9 giorni!! [/quote] ripeto: lo stare fermo non serve ,a meno che tu non sia scarico psicologicamente, ma li subentrano altri fattori. se sei legnoso dopo 9 gg di stacco, direi che una visita x controllare i valori non sarebbe male.i limiti..li capisci col tempo..ti capisci solo col tempo e l'esperienza. a meno che non si sia dei talenti nati, il fisico e la posizione si "costruiscono" solo dopo qualche anno di pratica.. anch'io spesso mi tiro il collo..pero'poi scaricando, sento che riesco a recuperare bene.. altra cosa che mi sento di dirti:vai sempre + agile di quanto possa servire..anche col rapportone le gambe girale sempre. buone pedalate!


gici - 03/06/2007 alle 23:14

ciao, stò seguendo i vostri consigli.. oggi sono ritornato in bici 6o km con rapporto agile 80/90 ped.tutta pianura. Grazie a presto saluti Gianni


cassius - 06/06/2007 alle 14:14

Bravo..quando sei stanco non è detto che devi subito fermarti e ricominciare da zero dopo 20 giorni. Quella è una cosa che si fa per la pausa invernale... Meglio andare tranquilli per un po' di tempo, non forzare ma anche mantenere un briciolo di tono muscolare. In fondo ricominciare da zero è sempre una faticaccia quindi meno volte dobbiamo farla e meglio è. O no?